Il tutto era caldo, pregnante quasi morbido… Alice si ferma catturata dal colore brunito, era difficile capire se qualcosa si muovesse o se era immobile. Impossibile fermare il pensiero, come la sensazione che l’aveva fermata … li’ … Un attimo… Lo sguardo in quel campo e … l’attimo diventa tempo… la sensazione allaccia un filo di ricordi. Ad Alice sono sempre piaciuti i campi di grano dorati, i campi maturi di giugno. Questo l’avevano già mietuto, era maturo.
Maturo … ecco perché si dice “maturo”. C’era… Suona qualcosa di ambiguo in questa parola, come una doppia faccia, un risvolto annunciato … trapelato. Ciò che non si dice apertamente, ad ognuno pensare ciò che crede.
Ma come, le era sempre piaciuto sdraiarsi sui campi dorati, la sensazione di poter correre senza meta, in libertà nel periodo di preannuncio dell’estate, quando è già in essere ma al tempo stesso è ancora tutta davanti da vivere l’estate…la vita…. nel suo divenire. Ecco la libertà, ed ora dov’era quella libertà?…?
Come se quel campo si fosse ribaltato e avesse mostrato l’altro lato. Bisogna maturare, essere maturi, ma allora la maturità è quando i giochi sono fatti!? Come quel campo, quel grano che era stato raccolto… Nello scorrere di ricordi, anzi più che ricordi di sensazioni, Alice vede quel sorriso di ragazzina, che non si ferma, vive … il suo sorriso, in attesa forse di immergersi invece di stare a guardare … in un campo che ora non c’è più. E allora siamo maturi quando abbiamo fatto tanti, per così dire, raccolti o quando ad un certo punto ci accorgiamo che siamo stati colti? Ci siamo fatti cogliere … dal tempo? Dai tempi? Maturi? Mhhhh…. ad Alice questa parola comincia a pesare, infastidire. Dicono che la maturità sia raggiungere qualcosa, può darsi, le sembra invece, soprattutto svelare in quel momento che qualcosa venga lasciato….
Riprende a camminare a lato del campo, con la sensazione che anche quel campo si muovesse, con la sensazione di un sorriso dorato che conosce bene e Alice pensa “Peccato, che non l’ho mai fatto di correre nei campi di grano!”